Domenica 28 luglio 2013 - Pensieri da 4 gatti (Monte Penna) + Venerdì 2 agosto racconto Lessinia del Mauri
Pensieri da 4 Gatti (di Paolo Gatti)
Monte Penna 28 luglio 2013
Ooh? Ma che caldo fa?
Dopo aver passato la notte sotto l’aria condizionata, carico la bici in macchina, non prima di essere assalito da un nugolo di zanzare tigre (rimanersene in africa no eh?)
26° alle 7 del mattino, si prospetta una bella giornatina.
Risalgo la val taro a finestrini aperti e a torso nudo (che triste spettacolo..) per acclimatarmi poco alla volta.
E ai primi tornanti verso l’Alpe, l’aria si fa più fina. Conviene alzare i finestrini…
Giunto al rifugio del Penna, questa volta non sono il primo. Alcuni amici hanno dormito in quota per evitare di alzarsi presto, ma la sera prima hanno alzato il gomito e quindi il risultato è lo stesso.
Mentre mi preparo lo zaino con tutto il necessario, arrivano altri bikers alla spicciolata. Alla fine saremo un centinaio e fa solo piacere vedere tanta gente che ha raccolto l’invito di salire fin quassù.
Si parte poco dopo le 10, il tracciato è tutto perfettamente segnalato e stranamente per quanto mi aspettassi, pedalabile. Chissà perché me l’aspettavo più duro. Senza troppa fatica salgo con il gruppo e tengo il passo dei primi: sta a vedere che oggi la gamba gira.
Il percorso è tutto un susseguirsi di saliscendi nel bosco con l’alternarsi di asfalto prima, carrarecce e sentieri poi, fino a simpatici singletrack, il tutto meravigliosamente all’ombra di faggeti e pinete, condito da una brezza mai doma, e da squarci di panorama sulle vallate sottostanti da farmi pentire per essermi dimenticato la fotocamera.
Scollinati sul versante lunigiano passando attorno al monte Chiodo (?) non si riesce a vedere il mare, peccato. Ma alle foto di rito con la panoramica dei monti alle spalle, ci pensano degli amici conosciuti durante la risalita sotto al sole (unico tratto esposto).
Ridiscesi al punto ristoro (chiudendo il primo anello) decidiamo con Davide di fare il lungo (le gambe girano…) e via, lungo la discesa che ci porta al bivio per il secondo anello, quello attorno al Penna. La risalita non è dura ma visto che Davide ne ha di più lo lascio sfogare. Ognuno di noi ha un suo passo ed è giusto così.
E si torna a scendere tutto su strada ghiaiata e poi si risale lungo carraie nel bosco e con alcuni passaggi in stretti sentieri a mezzacosta che per uno come me che soffre di vertigini, sono una goduria. Ho la strana sensazione di aver fatto più discesa che salita ma se il punto d’arrivo coincide con la partenza non può essere.
Nell’ultima discesa verso il rifugio del Penna, in un susseguirsi di saliscendi nel bosco “in potatura”, buco: ero rimasto l’unico dei ducato che non aveva ancora forato, et voilà. Riparazione veloce e riparto più soft, voglio goderlo fino in fondo questo sentiero.
Giunto al parcheggio trovo Davide che attende Daniela: inaspettatamente ha deciso di fare il lungo pure lei in compagnia degli amici conosciuti pocanzi.
Così tutti insieme ci ritroviamo nel primo pomeriggio, seduti al ristoro, con il simpatico sottofondo dell’orchestrina di liscio, e l’immancabile brezza che ci ha accarezzato per tutto il giorno.
Qualche caraffa di birra, quattro cazzate, e mi tocca rientrare nell’inferno padano.
Però la gamba ha girato bene e la soddisfazione è tanta. Da rifare sicuramente.
p.s. potevo semplicemente dire che è stato un bel giro ma non volevo disilludere i miei fans… e privarli del pippotto settimanale…
Miaooooo
Monte Penna 28 luglio 2013
Ooh? Ma che caldo fa?
Dopo aver passato la notte sotto l’aria condizionata, carico la bici in macchina, non prima di essere assalito da un nugolo di zanzare tigre (rimanersene in africa no eh?)
26° alle 7 del mattino, si prospetta una bella giornatina.
Risalgo la val taro a finestrini aperti e a torso nudo (che triste spettacolo..) per acclimatarmi poco alla volta.
E ai primi tornanti verso l’Alpe, l’aria si fa più fina. Conviene alzare i finestrini…
Giunto al rifugio del Penna, questa volta non sono il primo. Alcuni amici hanno dormito in quota per evitare di alzarsi presto, ma la sera prima hanno alzato il gomito e quindi il risultato è lo stesso.
Mentre mi preparo lo zaino con tutto il necessario, arrivano altri bikers alla spicciolata. Alla fine saremo un centinaio e fa solo piacere vedere tanta gente che ha raccolto l’invito di salire fin quassù.
Si parte poco dopo le 10, il tracciato è tutto perfettamente segnalato e stranamente per quanto mi aspettassi, pedalabile. Chissà perché me l’aspettavo più duro. Senza troppa fatica salgo con il gruppo e tengo il passo dei primi: sta a vedere che oggi la gamba gira.
Il percorso è tutto un susseguirsi di saliscendi nel bosco con l’alternarsi di asfalto prima, carrarecce e sentieri poi, fino a simpatici singletrack, il tutto meravigliosamente all’ombra di faggeti e pinete, condito da una brezza mai doma, e da squarci di panorama sulle vallate sottostanti da farmi pentire per essermi dimenticato la fotocamera.
Scollinati sul versante lunigiano passando attorno al monte Chiodo (?) non si riesce a vedere il mare, peccato. Ma alle foto di rito con la panoramica dei monti alle spalle, ci pensano degli amici conosciuti durante la risalita sotto al sole (unico tratto esposto).
Ridiscesi al punto ristoro (chiudendo il primo anello) decidiamo con Davide di fare il lungo (le gambe girano…) e via, lungo la discesa che ci porta al bivio per il secondo anello, quello attorno al Penna. La risalita non è dura ma visto che Davide ne ha di più lo lascio sfogare. Ognuno di noi ha un suo passo ed è giusto così.
E si torna a scendere tutto su strada ghiaiata e poi si risale lungo carraie nel bosco e con alcuni passaggi in stretti sentieri a mezzacosta che per uno come me che soffre di vertigini, sono una goduria. Ho la strana sensazione di aver fatto più discesa che salita ma se il punto d’arrivo coincide con la partenza non può essere.
Nell’ultima discesa verso il rifugio del Penna, in un susseguirsi di saliscendi nel bosco “in potatura”, buco: ero rimasto l’unico dei ducato che non aveva ancora forato, et voilà. Riparazione veloce e riparto più soft, voglio goderlo fino in fondo questo sentiero.
Giunto al parcheggio trovo Davide che attende Daniela: inaspettatamente ha deciso di fare il lungo pure lei in compagnia degli amici conosciuti pocanzi.
Così tutti insieme ci ritroviamo nel primo pomeriggio, seduti al ristoro, con il simpatico sottofondo dell’orchestrina di liscio, e l’immancabile brezza che ci ha accarezzato per tutto il giorno.
Qualche caraffa di birra, quattro cazzate, e mi tocca rientrare nell’inferno padano.
Però la gamba ha girato bene e la soddisfazione è tanta. Da rifare sicuramente.
p.s. potevo semplicemente dire che è stato un bel giro ma non volevo disilludere i miei fans… e privarli del pippotto settimanale…
Miaooooo
Imperdibile....
02/08/2013 LESSINIA (racconto del Mauri)
Ragazzi il Varo e' modesto: vero eroe della giornata, non mi vuole sputtanare,, allora provvedo io. è' andata come da pronostico (vedasi mia mail precedente alla gita).
bel posto caldo pattonale, arriviamo ad iscriverci: superate le incomprensioni col commissario (che cazzo ne sapevo che la tessera ci voleva...?) ci iscrivono. Tutto intorno si vedono ciclisti giovani, magri e rasati come froci con delle 29 ultra light con un solo rapporto davanti che si scaldavano. Sono un ragazzo con tanti difetti ma abbastanza perspicace, e allora ho deciso di partire prima senza numero, anche perché' la partenza e' alle 10,30, giusto in tempo per il caldano maiale che imperava sul mezzodì', e il varo era l'unico che poteva competere:inutile rallentarlo con finti inconvenienti tecnici... ;-)
Quindiio parto alle 9,30 e mi metto avanti. alle 11 (30 min. dalla LORO partenza) sono già' superato dai primi ROBOBIKERS che andavano con ritmo trenesco, mentre io smadonnavoo come al solito.... Quindi decido di far saltare un anello e di autoridurmi il giro (inutile ripassare: il pezzo lo avevo gia' fatto eh!) e punto (si fa per dire...) alla vetta a 1740. Dopo meno di 1 ora, Mentre ero verso la cima, mi risorpassano e ripassano i primi, evidentemente drogati con qualcosa che io non ho mai trovato in giro -porca puttana!-e l'elicottero ci filma e il pubblico applaude (non me, a parte dei bambini innocenti e inconsapevoli). Arrivato in cima, prima della discesa, Mi stravacco di fianco al sentiero e mi faccio superare da tutti, do assistenza e consigli sul percorso, solidarizzo coi militi della croce rossa, tiro fuori il numero, do fondo alle mie barrette e sonnecchiando aspetto il Varo. Il quale arriva dopo una oretta abbondante e dopo essersi ciuppato tutto il giro, quindi in realtà' dandomi i circa una ora o due di distacco, col ragguardevole tempo di 630 su 850. Iniziamo insieme la discesa in divisa ducato. gli faccio perdere altro tempo per la pressione del posteriore (gomma...)poi finiamo in coppia la discesa, carina in alcuni punti, e passiamo radiosi il traguardo alle 15'10 circa, giusto 40 secondi dopo i QUAD di fine corsa. Posso dire a mio merito che ho mangiato tutto il vassoio del pasta party.
Morale:
bel giro con le famiglie, bel posto da andarci ancora, bel paesaggio, ma la discesa e' meglio la cava, le strade sono troppo perfette per i miei standard, (tipo stradone bianco) soprattutto il clima race, purtroppo, non fa per me.
02/08/2013 LESSINIA (racconto del Mauri)
Ragazzi il Varo e' modesto: vero eroe della giornata, non mi vuole sputtanare,, allora provvedo io. è' andata come da pronostico (vedasi mia mail precedente alla gita).
bel posto caldo pattonale, arriviamo ad iscriverci: superate le incomprensioni col commissario (che cazzo ne sapevo che la tessera ci voleva...?) ci iscrivono. Tutto intorno si vedono ciclisti giovani, magri e rasati come froci con delle 29 ultra light con un solo rapporto davanti che si scaldavano. Sono un ragazzo con tanti difetti ma abbastanza perspicace, e allora ho deciso di partire prima senza numero, anche perché' la partenza e' alle 10,30, giusto in tempo per il caldano maiale che imperava sul mezzodì', e il varo era l'unico che poteva competere:inutile rallentarlo con finti inconvenienti tecnici... ;-)
Quindiio parto alle 9,30 e mi metto avanti. alle 11 (30 min. dalla LORO partenza) sono già' superato dai primi ROBOBIKERS che andavano con ritmo trenesco, mentre io smadonnavoo come al solito.... Quindi decido di far saltare un anello e di autoridurmi il giro (inutile ripassare: il pezzo lo avevo gia' fatto eh!) e punto (si fa per dire...) alla vetta a 1740. Dopo meno di 1 ora, Mentre ero verso la cima, mi risorpassano e ripassano i primi, evidentemente drogati con qualcosa che io non ho mai trovato in giro -porca puttana!-e l'elicottero ci filma e il pubblico applaude (non me, a parte dei bambini innocenti e inconsapevoli). Arrivato in cima, prima della discesa, Mi stravacco di fianco al sentiero e mi faccio superare da tutti, do assistenza e consigli sul percorso, solidarizzo coi militi della croce rossa, tiro fuori il numero, do fondo alle mie barrette e sonnecchiando aspetto il Varo. Il quale arriva dopo una oretta abbondante e dopo essersi ciuppato tutto il giro, quindi in realtà' dandomi i circa una ora o due di distacco, col ragguardevole tempo di 630 su 850. Iniziamo insieme la discesa in divisa ducato. gli faccio perdere altro tempo per la pressione del posteriore (gomma...)poi finiamo in coppia la discesa, carina in alcuni punti, e passiamo radiosi il traguardo alle 15'10 circa, giusto 40 secondi dopo i QUAD di fine corsa. Posso dire a mio merito che ho mangiato tutto il vassoio del pasta party.
Morale:
bel giro con le famiglie, bel posto da andarci ancora, bel paesaggio, ma la discesa e' meglio la cava, le strade sono troppo perfette per i miei standard, (tipo stradone bianco) soprattutto il clima race, purtroppo, non fa per me.